Dalla cabina di regia arrivano 10 milioni: la Cittadella della Carità nell’ex ospedaletto può partire

Marsilio ha annunciato la disponibilità della somma nel piano delle opere pubbliche della Regione, approvato dalla Cabina di coordinamento. La struttura individuata dovrebbe essere parte della struttura della Asp1 in via Taraschi

TERAMO – Il progetto della Diocesi Teramo-Atri e della Caritas, portato avanti con decisione e grande impegno da parte del vescovo Lorenzo Leuzzi sin dal suo insediamento a Teramo per il mandato pastorale, comincia a prendere sempre più concretezza. Perchè oltre all’idea, alla location (parte dell’ex ospedaletto di via Taraschi di proprietà della Asp1), adesso sembra esserci anche il denaro necessario.

La Cabina di Coordinamento nel corso dell’ultima riunione ha approvato il nuovo piano delle opere pubbliche della Regione Abruzzo danneggiate dal sisma del 2016 e tra queste ha individuato proprio la Cittadella della Carità tra le strutture da finanziare con 10 milioni di euro. Nell’annuncio del Governatore Marco Marsilio di questa mattina, c’è già il riferimento all’obiettivo del progetto diocesano, “iniziare opere sociali e caritative sul territorio“.

L’idea nasce dalla disponibilità dell’Azienda alla persona di Teramo a partecipare alla richiesta della Diocesi dopo aver individuato come destinazione del progetto proprio l’ex ospedaletto di via Taraschi, alle spalle della Casa dello Sport, in zona ex stadio Comunale. Una struttura a vocazione sanitaria e assistenziale, che dopo una profonda ristrutturazione dal suo originario utilizzo negli anni ’50-’70 come ospedale in cui sono tra l’altro nati tanti teramani, ospita oggi l’Anfass e al primo piano l’asilo ‘Gemma Marconi’.

Secondo l’idea della Diocesi, su cui di recente anche l’assessore regionale alle politiche sociali Pietro Quaresimale ha dichiarato la piena disponibilità pure sotto il profilo della formazione del personale necessario, la Cittadella dovrebbe “dare continuità all’azione di cohousing e housing sociale avviato nella progettazione 2019. Esso consiste nella  messa a disposizione di abitazioni a canone commisurato alle proprie capacità reddituali a famiglie, a nuclei monoparentali, a padri separati, a persone sole o anziane, consentendo loro di avere una dimora temporanea o continuativa. Tutto ciò favorirà  la costruzione di un tessuto sociale caratterizzato da scambi intergenerazionali, interetnici, crescita culturale in un contesto attivo, propositivo e solidale“.

Non solo. La Cittadella del vescovo dovrebbe anche “consentire a chi vive per strada di trovare riparo temporaneo e a coloro che hanno un reddito insufficiente o un lavoro precario di non subire sfratti esecutivi”